venerdì 15 giugno 2012

Silenzio.

Alcune volte capita di avere talmente tante cose da dire da non riuscire a dirle perché si ha come la sensazione che nessuno voglia ascoltarle, come quando, pur trovandosi in mezzo alla gente, ci si sente immensamente soli.
Jim Morrison diceva che la solitudine è sentire il vento e non poterlo raccontare a nessuno, e probabilmente è vero, è vero che la solitudine è sentire qualcosa che per te è importante e non poterlo raccontare a nessuno perché sai che a nessuno importerebbe nulla di quello che hai da dire.
Ecco a cosa servono in teoria gli amici, a non forti sentire solo. In teoria perché le persone cambiano e quelli di cui ti fidavi prima sono gli stessi a cui oggi non diresti nulla di ciò che ti importa davvero. Gli amici sono quelli con cui dovresti poter essere te stesso, invece spesso ti accorgi di comportarti in un certo modo non perché lo vuoi, ma perché indirettamente te lo impone qualcuno che si trova vicino a te, sia emotivamente che fisicamente. Non so se vi è mai capitato di uscire con qualcuno e fare qualcosa che in qual momento ti sembra la cosa più giusta da fare, anche qualcosa di stupido e apparentemente insignificante, come entrare in un negozio e comprare una maglietta, e poi di pensare a quello che hai fatto e renderti conto che se fossi stato solo non avresti mai fatto quella cosa, perché magari quella maglietta neanche ti piace. So che ciò può essere interpretato in molti modi, e so che sicuramente qualcuno potrà dire che non condivide ciò che ho scritto perché gli amici spesso aiutano a tirare fuori il  meglio di noi,  ma secondo me è anche vero che l'amicizia deve esistere perché la si vuole e non, ad esempio, perché si è amici da così tanto tempo che se improvvisamente non lo si fosse più chiunque si stupirebbe. In un certo senso mi sento anche in colpa a scrivere queste cose, perché penso che alla fine non sia neanche giusto classificare in questo modo un sentimento puro come l'amicizia, ma infondo è quello che penso. Ma allora perché il silenzio? Il silenzio è spesso l'unica soluzione a cui ricorrere quando sei solo o triste, senza parole, lasciando che siano gli altri a capire cosa hai da dire. Perché qualcosa da dire lo hanno tutti.

mercoledì 6 giugno 2012

Questa sono io...

Sono Qui.
Eccomi. Ho voluto scriverlo in grande perché è l'unico modo per manifestare in qualche modo la mia presenza. Eccomi. Sono io. Sono quella che magari incontri per strada e che ti sembra una persona normale, che non immagini mai possa avere tante cose da urlare quanta è la sua paura di farlo. Quella che sa cosa è, ma non chi è. Quella che sta cercando se stessa, cercando la sua strada dentro di sé e che ha bisogno di aiuto perché si sente sola nonostante abbia tutto. Sono quella a cui l'allenatore di pallavolo dice che non schiaccia perché ha paura, quella che ogni volta che glielo dice capisce che forse qualcuno ha capito qualcosa di lei. Io ho paura. Ho paura di stare bene perché dopo la gioia spesso viene il dolore, ho paura di credere in qualcosa perché potrei scoprire che era sbagliato, ho paura di sbagliare, ho paure di non piacere agli altri. Ho paura di non essere abbastanza brava a nascondere agli altri di avere paura. A scuola vado bene. Troppo bene. Tanto che i miei compagni mi chiamano secchiona anche se studio meno di molti di loro. L'unica cosa che mi rende felice, che mi fa sentire meno sola è scrivere. Scrivere pagina su pagine che poi finisco per strappare e buttare per paura che qualcuno le legga a possa capire di me più di quanto voglia, il che mi provoca spesso crisi di pianto. Ecco perché ho aperto questo blog, per trovare me stessa e per trovare la mia strada. Questa sono io.
Clarisse